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Architetti: Claudia Lattuada e il test psicologico

Architetti: Claudia Lattuada e il test psicologico

Cosa vuol dire veramente personalizzare un progetto? Ecco un modo originale per ottenere la risposta direttamente dal cliente.

Gli architetti riescono a vedere il loro lavoro in modi molto diversi l’uno dall’altro, me ne rendo conto ogni volta di più. L’ultima conferma l’ho avuta di recente quando ho incontrato l’architetto Claudia Lattuada nel suo studio di Saronno, al confine tra la provincia di Varese e quella Como.

Insieme al socio e collega Paolo Montini, Claudia ha creato lo studio di architettura ‘5.1 CODE’ con un approccio al cliente che mi ha incuriosito, soprattutto per un aspetto: la scelta dei colori per il progetto d’interior design.

Portare esempi e bellissime immagini di lavori fatti è quello che molti usano fare, l’architetto Lattuada invece vuole qualcosa di più, vuole andare un po’ oltre. Se è vero che parte del suo lavoro è pensare e realizzare ambienti che rispecchiano la personalità di chi li abita, allora indagare nella mente del committente è un modo per scoprire, invece che suggerire, quali cromie lo stimolano di più, nel bene e nel male.

Sapere quali colori suscitano reazioni negative permette di escluderli, mentre raccogliere gli stimoli positivi dà utili informazioni sulla strada da prendere.
Tutto questo è il risultato di un test che Claudia propone alle persone, “ma solo a quelle che penso abbiano una certa sensibilità”, dice.

Si tratta di una sorta di test psicologico che sollecita i ricordi della propria vita, stimolando il subconscio attraverso dei moodboard e delle domande studiati da una psicologa. La parte visiva serve proprio a collegare il ricordo a una sensazione, positiva o negativa.

Il risultato è qualcosa di soggettivo e molto personale, niente a che vedere con gli stereotipi legati al colore. Allo studio ‘5.1 CODE’ tutto questo serve per entrare in empatia col cliente, come ispirazione per il progetto d’interior design che andrà a realizzare e che rispecchierà esattamente quello che il cliente ha scelto.

L’obiettivo finale è quello di creare benessere per le persone, nel ‘loro’ ambiente, non in quello voluto dal professionista senza un collegamento reale e concreto all’aspetto personale.